Pitide

Pitide di Priene, noto anche come Piteo (in latino Pythius; Priene, ... – dopo il 330 a.C.), è stato un architetto e scultore greco antico.

Biografia

Piteo, nativo di Priene, visse, secondo quanto si può ricavare dalla datazione delle sue opere, tra il 400 e il 330, operando, a quanto si può dedurre, nell'Asia Minore, tra le poleis di Priene ed Alicarnasso.

Ricostruzione del Mausoleo di Alicarnasso, l'opera più importante di Pitide

Fu, come altri artisti prima e dopo di lui in Grecia (ad esempio, Policleto e Lisippo), anche teorico. Infatti, secondo Vitruvio[1], svalutò l'ordine dorico, per i "difetti e incongruenze" causate dall'inconveniente della posizione dei triglifi e propose invece l'ordine ionico, con il quale costruì il tempio di Atena a Priene (circa 340 - 330 a.C.); sempre Vitruvio[2] ne menziona, a tal proposito, due volte i Commentari, dove spiegò il sistema di proporzioni utilizzato a Priene.

Opere

Il tempio ionico di Priene

«È un esastilo ionico, con undici colonne sui lati lunghi: la pianta allungata è adatta alla stretta terrazza, in parte artificiale, del santuario cittadino. Le misure principali dell'edificio sono legate da rapporti elementari: la lunghezza è doppia della larghezza, la lunghezza della cella è la metà della lunghezza dei muri con le ante, i plinti delle colonne hanno il lato che è metà dell'interasse, l'ambulacr0, strettissimo, è pari ad un intercolumnio.»

(P. Moreno, Pytheos, in Enciclopedia dell'Arte Antica, 1965)

Comunque, Piteo inserì l'opistodomo, fino a quel momento elemento caratteristico dell'ordine dorico, e la sua influenza fu tale che da allora in poi quasi nessun altro tempio ionico ne sarà privo[3]. La notorietà delle soluzioni adottate a Priene fu tale che, quando in seguito all'incendio doloso del tempio di Artemide ad Efeso nel 356 a.C., i lavori di ricostruzione del nuovo tempio furono affidati all'architetto Dinocrate di Rodi, egli adottò i moduli di Piteo.

Colonne del Tempio di Atena a Priene

La sua opera più celebre, comunque, è il mausoleo di Alicarnasso, considerato una delle sette meraviglie del mondo, che realizzò con l'architetto e scultore Satiro di Paro[4] e su cui scrisse ancora un volume. Piteo realizzò anche la grande quadriga in cima al Mausoleo di Alicarnasso[5], «di cui si conservano un frammento del carro, una ruota e parti di due cavalli, (che) non contraddice questa visione di Pytheos come conservatore, soprattutto a confronto con gli autori dei fregi»[6].

A lui dobbiamo anche il piano regolatore di Alicarnasso, probabilmente quasi all'inizio del regno di Mausolo, cioè verso il 370 a.C.ː la città ricevette una pianta ortogonale secondo lo schema urbanistico di tipo ippodameo. Specifici elementi architettonici, come le terrazze monumentali e l'applicazione dell'ordine ionico, si inseriscono nell'ambito dell'antica tradizione ionica e lidia[7].

Note

  1. ^ IV 3, 1.
  2. ^ I 1, 12 e VII 12.
  3. ^ (ES) Marta Carrasco e Miguel Angel Elvira, Marfiles Coptos en Valdetorres de Jarama (Madrid), in Archivo Español de Arqueología, vol. 67, n. 169-170, 30 dicembre 1994, pp. 201–208, DOI:10.3989/aespa.1994.v67.437. URL consultato il 20 giugno 2022.
  4. ^ Pitide in Enciclopedia Italiana, su www.treccani.it. URL consultato il 20 giugno 2022.
  5. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXVI 31.
  6. ^ P. Moreno, Pytheos, in Enciclopedia dell'Arte Antica, 1965.
  7. ^ P. Pedersen-K. Jeppesen, Alicarnasso, in Enciclopedia dell'Arte Antica, 1994.

Bibliografia

  • Th. Wiegand-H. Schrader, Priene, Berlino 1904, p. 81 ss.
  • Joseph Coleman Carter, The Sculpture of the Sanctuary of Athena Polias at Priene, London 1984.
  • Paolo Moreno, Pytheos, in Enciclopedia dell'Arte Antica, 1965.
  • Claudia Lucchese, Il Mausoleo di Alicarnasso e i suoi maestri, collana "Maestri dell'arte classica", 1, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2009.

Voci correlate

Controllo di autoritàVIAF (EN) 74242466 · ISNI (EN) 0000 0000 0431 0867 · CERL cnp00285695 · ULAN (EN) 500003251 · GND (DE) 102404879 · WorldCat Identities (EN) viaf-74242466
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